Imparare dal passato…è da questo concetto che l’Unione Internazionale degli Architetti è partita per giungere alla firma della Carta di Caral in cui oltre 1.000 professionisti hanno sigillato il loro impegno verso un’urbanistica responsabile e in armonia con la natura.
La scelta del posto in cui trovarsi, in Perù, ai piedi del Machu Pichu, non è stata casuale: Caral è la più antica civiltà scoperta sul continente americano, sviluppatasi negli stessi anni di quelle mesopotamiche. Il sito archeologico della cittadella si trova a nord di Lima ed è patrimonio dell’Unesco dal 2009. Sono rimaste in piedi ben sette piramidi e i resti delle abitazioni che si sviluppavano attorno a due piazze circolari. Caral è un esempio di città pacifica, senza recinzione muraria e crocevia di incontri tra commercianti di tutto il territorio circostante. Per gli ingegneri e gli architetti dei nostri tempi è un modello di urbanistica rispettosa della natura e delle altre civiltà.
Nel documento, che a breve sarà presentato a Parigi, si firma l’impegno a prendere come riferimento per i progetti futuri i principi e i modelli di Caral: costruire le case e le città nel pieno rispetto del pianeta, dell’ambiente, del terreno e delle relazioni interculturali. Fra le innovazioni maggiori di chi ha costruito Caral migliaia di anni fa, quelli che i professionisti di oggi hanno definito pionieri dell’alta ingegneria, una delle più studiate è la tecnica antisismica. Gli abitanti peruviani sapevano di vivere su un territorio a rischio e costruivano gli edifici riempiendo le fondamenta di pietre, di modo da opporre resistenza ai movimenti tellurici. Dopo attenti esami di laboratorio, perfino gli ingegneri giapponesi hanno dichiarato che Caral sarà il modello per tutte le future costruzioni del loro Stato.